In molti condomini è stata programmata la sanificazione di cortili e androni contro il coronavirus. Ma è efficace a proteggere il condominio? E' un obbligo di legge?

Primo chiarimento: non è obbligatoria ma dipende dal Comune. Alcuni Comuni infatti hanno previsto l’obbligo della sanificazione, ma non dipende né dalla grandezza del Comune né dalla sua posizione

L'amministratore deve pertanto verificare sul sito del Comune se ci sono ordinanze comunali che impongono la sanificazione anche in assenza di contagio. In tal caso è obbligato a farla.

Se non ci sono ordinanze in merito, la scelta spetta all'amministratore che non deve passare dall'assemblea per decisioni di questo tipo. Tuttavia anche il singolo condomino o i consiglieri possono fare esplicita richiesta all'amministratore che non abbia già provveduto.

Va ricordato comunque che se in condominio ci sono dei dipendenti (giardinieri, portinai ecc.) l'amministratore dovrà assicurare la pulizia giornaliera e la sanificazione periodica dei locali, degli ambienti e delle postazioni di lavoro in conformità al protocollo sottoscritto con le rappresentanze sindacali il 14 marzo 2020.

In caso quindi di assenza di obbligo, rimane il dubbio se serva davvero fare la sanificazione la oppure no: questo tipo di sanificazione può essere utile in alcuni casi, ma non "immunizza" il proprio condominio per sempre dal coronavirus. Infatti questa pulizia non dura.

Fatta una sola volta è in grado di eliminare eventuali tracce del virus nei cortili e negli androni, ma il virus potrebbe ritornare su quelle stesse superfici dopo poco tempo, attraverso il passaggio delle persone.

L'unico caso in cui sulla carta varrebbe la pena fare una sanificazione è se si sono verificati casi di persone affette da Covid-19 nel condominio: in questo caso gli amministratori sono obbligati a contattare il Comune e a seguire scrupolosamente le indicazioni che gli vengono fornite.